Nell'analisi che segue diamo qualche dettaglio degli scenari sui mercati borsistici, obbligazionari, valutari: non diamo qui consigli d'investimento veri e propri ma analizziamo la situazione, poi ognuno tragga le proprie conseguenze e operi come meglio crede. Per alcune indicazioni più specifiche dagli analisti: Consigli d'Investimento e Brexit: Azioni, Titoli di Stato, Sterlina e Forex, Conti Deposito.
Chi ha paura della Brexit?
Giovedì 16 giugno il consueto direttivo della BCE, presieduto da Mario Draghi, ha fatto sapere che la "Brexit è un rischio per la crescita": le stime per la crescita dell'Eurozona sono state aumentate all'1.6% per il 2016 e all'1.7% per il 2017 e il 2018, c'è più fiducia e stabilità nei mercati ma "i rischi al ribasso sono ancora connessi all'andamento dell’economia mondiale, ad altri rischi geopolitici e all'imminente referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea". Per i massimi dirigenti finanziari europei la Brexit sarebbe negativa per l'economia europea e l'euro, anche se va detto che potrebbe aiutare il conseguimento degli obbiettivi del Quantitative Easing (ripresa inflazione, euro non troppo forte per favorire le esportazioni): ma appunto "potrebbe" e solo formalmente, per la crescita economica e le prospettive future dell'UE non sarebbe certo un evento positivo. Anche negli Usa di teme la Brexit e in data 16 giugno la Federar Reserve ha deciso di rinviare i rialzi dei tassi d'interesse: la prudenza era comunque già annunciata da mesi.Nel mese prima del referendum sulla Brexit i mercati hanno mostrato nervosismo, subito c'è stato ovviamente un fortissimo calo delle Borse in tutta Europa, nel mercato forex sul cambio EUR/GBP trend al rialzo e sul cambio GBP/USD trend al ribasso perchè la sterlina cede sia sull'euro che sul dollaro, gli investitori si rifugiano verso assets più sicuri come i bond dei paesi europei più stabili (infatti i rendimenti dei Bund sono in calo) senza però acquistare quelli di paesi più instabili come Spagna e Italia (segno che non si temono crolli finanziari nè recessioni economiche) e l'oro, che tocca i massimi da due anni a questa parte sopra quota 1300$ all'oncia.
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Brexit, conseguenze dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea
Anche se il referendum ha solo valore consultivo, ovviamente il risultato non sarà ignorato dal governo Cameron (favorevole alla permanenza), ma è probabile che si lavorerà coi vertici europei per la creazione di un particolare status per la Gran Bretagna, ancor più dell'attuale: oltre all'uso della sterlina invece dell'euro, c'erano già specifiche condizioni ad hoc e a febbraio furono fatte altre concessioni. Anche uscendo dall'UE la Gran Bretagna non uscirebbe dal mercato unico, per lo meno non del tutto: senz'altro ci saranno accordi commerciali quasi immediati a ricalcare le attuali condizioni, inoltre con le trattative sul TTIP in corso (area di libero scambio tra UE e USA) di certo Londra non si isolerà nè verrà isolata.Anche ipotizzando un'uscita "totale" della Gran Bretagna dall'Unione Europea, di certo non ci sarà un crollo delle due economie nè si realizzeranno le traumatiche previsioni che il governo britannico ha lanciato nel corso della campagna referendaria (probabile che i dati su disoccupazione e Pil siano stati gonfiati per scopi propagandistici):
- l'economia britannica vive di finanza, non di esportazioni di merci e servizi: la piazza di Londra certamente si è avvantaggiata dell'integrazione col Continente, ma comunque è l'hub finanziario internazionale più importante e scambia più euro e dollari di Eurozona e USA ogni giorno
- sul mercato azionario di Londra le più importanti società quotate sono grandi multinazionali, che seppur non contente della Brexit assorbirebbero il colpo senza troppi problemi: certo in questo caso la Gran Bretagna ci perde, ma si aprono scenari interessanti per le piazze di Francoforte, Milano, Parigi, Dublino (banche importanti come Merryl Linch e Goldman Sachs hanno iniziato subito a sondare il terreno per il "trasferimento")
Con l'uscita della Gran Bretagna dall'UE, nell'immediato la sterlina si indebolirà (toccati subito i minimi da 30 anni con il dollaro) favorendo però le esportazioni (e creando ulteriore scompiglio nel mercato forex e più opportunità di profitti: quello valutario è sempre il settore vincente in queste situazioni). Per tutti i dettagli leggete l'articolo Brexit e Previsioni Forex su Cambio Euro-Sterlina, Sterlina-Dollaro e Altre Valute.
Da notare che lo Stato britannico potrebbe avere più potere di spesa perchè risparmierebbe miliardi di contributi alla UE e le aziende potrebbero avere meno costi e meno burocrazia.
Insomma, la Brexit difficilmente porterà a grossi traumi economici e finanziari, sarebbe molto peggio se ad uscire dall'UE fosse un paese dell'Area Euro continentale come la Germania, la Francia o la stessa Italia. Le conseguenze sarannao più politiche che altro.