Dopo il referendum consultivo sulla Brexit che ha sancito la vittoria del "leave" (vittoria sempre più contestata in patria: che ci siano sorprese?) la sterlina ha toccato i minimi da 30 anni sul dollaro, col cambio GBP/USD crollato da 1.50 del 25 giugno (media dei tre mesi precedenti 1.42) a 1.31 di lunedì 27 giugno. Ma già martedì 28 giugno risale a circa 1.33, segno che la volatilità sarà forte per le prime settimane, quando ogni sussurro proveniente dalla Gran Bretagna e dal resto d'Europa avrà effetti ingigantiti. Siate dunque pronti a muovervi velocemente con le vostre posizioni.
Aggiornamento 7 luglio: la sterlina col dollaro scende a un nuovo minimo da 31 anni, col cambio GBP/USD arrivato fino a 1.2834 mercoledì 6 luglio (risalito a 1.3030 giovedì 7 luglio). Come potete vedere dal grafico, dopo il crollo post-referendum il trend resta al ribasso ma prevale una certa stabilità, anche perchè la Bank of England ha annunciato interventi, in primis il blocco del "countercyclical capital buffer" che imponeva alle banche britanniche di rafforzare la propria patrimonializzazione con fondi extra per 5,7 miliardi sterlina per liberare 150 miliardi di linee di credito all'economia qualora ce ne fosse necessità.
Aggiornamento 22 agosto: il cambio GBP/USD rimane da un mese e mezzo tra 1.29 e .133, toccando comunque un nuovo minimo a 1.288 il 15 agosto. Si attende settembre e le eventuali mosse della Federal Reserve, difficilmente prevedibili perchè la volontà di alzare i tassi c'è ma le condizioni economiche sono incerte (buone quelle Usa, meno quelle internazionali) e la stesse Fed appare divisa al suo interno.
Grafico ottenuto con lo strumento de Il Sole 24 Ore in data 22 agosto |
Aggiornamento 22 luglio: situazione stabile, si resta a quota 0.83-0.84 anche dopo che la BCE ha confermato la disponibilità a intervenire in caso di difficoltà. Confermato per ora il QE senza altri potenziamenti.
Aggiornamento 22 agosto: nel giro di tre mesi la sterlina ha perso con l'euro il 14%, facendo registrare il 16 agosto quota 0.8719, assestandosi nei giorni seguenti sullo 0.86.
Grafico ottenuto con lo strumento de Il Sole 24 Ore in data 22 agosto |
Comunque il nuovo governo britannico guidato da Theresa May, succeduta al dimissionario Cameron, in accordo con le autorità europee ha reso che la Brexit non avverrà concretamente prima della fine del 2019 e per ora si riesce a frenare il crollo della sterlina grazie anche alle annunciate mosse di contenimento da parte delle banche centrali: la BCE col Quantitative Easing potenziato ha steso un ombrello protettivo su tutta l'Area Euro e la moneta unica (che si vuole mantenere stabile), la Fed Usa ha più volte chiaramente detto che i rialzi dei tassi di interesse americani saranno molto prudenti, la Bank of Japan continua anch'essa con una decisa politica monetaria espansiva, le banche centrali dei paesi europei seguiranno le indicazioni della BCE, la stessa Bank of England si appresta a manovre di emergenza con tagli dei tassi d'interesse.
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Previsioni forex per il cambio euro-sterlina dopo la Brexit
La coppia EUR/GBP, tra le più scambiate nel trading forex, è di certo la protagonista nel dopo-Brexit per via dell'incertezza sulla gestione dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Incertezze che si rifletteranno sulla forte volatilità del cambio, anche per via delle "consuete" vicende politiche (pensiamo alle elezioni spagnole, alle elezioni in Germania e in Francia nel 2017, il referendum in Italia a ottobre) ed economiche (la crisi in Grecia cova sotto le ceneri, poi c'è da vedere cosa uscirà dalle trattative per il TTIP).Il crollo dopo il referendum è la classica over-reaction degli operatori che si attendevano il remain, ma non è stato un crollo drammatico (dal "punto di vista" del cambio stesso) per tre motivi:
- la Brexit non è un'apocalisse
- il Quantitative Easing della BCE non consente all'euro di decollare
- la situazione europea in generale è ovviamente più complessa con l'uscita della Gran Bretagna
Le previsioni forex sul cambio EUR/GBP a medio termine sono comunque per una tendenza al rialzo: le iniziali previsioni sono state più che confermate, visto che i massimi da cinque anni con punte di 0.839 sono già stati superati. Rimane una decisa volatilità e sono da considerare i rimbalzi consistenti, poi come detto sopra alcuni analisti vedono un cambio euro-sterlina in parità per la fine del 2017 - l'inizio del 2018.
Ma, vogliamo ribadirlo, il cambio euro-sterlina è il più incerto di tutti perchè si temono ripercussioni su tutta l'UE e dunque anche sulla moneta unica, tanto che secondo bloomberg.com George Soros è passato a posizioni short sull'euro dopo il referendum: non in relazione al cambio con la sterlina ma in generale, proprio perchè pessimista sui destini europei a breve-medio termine
Previsioni forex per il cambio sterlina-dollaro dopo la Brexit
Il dollaro americano è la moneta attualmente più forte e dopo i nuovi minimi è probabile che continuino le vendite sul cambio GBP/USD: nonostante i rally e il recupero dal fondo toccato dopo il referendum, le pressioni ribassiste rimarranno a causa dell'incertezza sull'economia britannica. Va poi considerato il ruolo di bene-rifugio internazionale del dollaro da parecchio per vari motivi, che però la Federal Reserve non può/vuole ostacolare per diversi motivi (cfr il report aggiornato sui tassi d'interesse Usa e le mosse della Fed). Chi fa trading forex su sterlina-dollaro tenga d'occhio il supporto a 1.30 e si prepari ad andare short nel breve periodo, mentre nel medio periodo (ultimi 5 mesi del 2016) attenzione alle mosse della Federal Reserve: fino a poco tempo fa sembrava che almeno un rialzo dei tassi d'interesse ci sarebbe stato, ma di nuovo si ipotizza un rinvio al 2017. Nessuna certezza comunque.Brexit: chi vince nei mercati valutari e nel forex?
Beh, nel forex vince chi fa trading con intelligenza, ovvero i trader preparati e aggiornati. Facendo una panoramica dei mercati valutari, il referendum sulla Brexit ha portato ad una forte svalutazione della sterlina ma anche ad una moderata svalutazione dell'euro: il cambio euro-dollaro è passato da 1.13 del 23 giugno a 1.09 del 27 giugno, anch'esso con un mini recupero a 1.10 il 28 giugno, giù anche il cambio euro-yen.Leggi anche - Previsioni Euro-Dollaro 2016 Aggiornate: QE BCE e Tassi Usa Fattori DecisiviLe principali monete che con la Brexit hanno guadagnato valore sono il dollaro, il franco svizzero e lo yen giapponese, ma attenzione: gli interventi della BCE e delle banche centrali europee cercheranno di arginare la caduta di euro e sterlina, gli interventi della banca centrale svizzera e della banca centrale giapponese cercheranno di frenare la crescita di franco e yen, mentre la Fed Usa probabilmente si asterrà dagli aumenti dei tassi d'interesse, come già accennato.
Il cambio dollaro-yen è salito da 101 a 106 dopo il referendum (dollaro che si rafforza) mentre il cambio euro-yen è crollato da 121 a 110 circa (appunto l'euro che si indebolisce): nel paniere globale comunque la valuta giapponese è già da un po' in rafforzamento e ciò crea difficoltà all'economia nipponica. Probabile quindi che la Bank of Japan potenzi la sua pluriennale politica monetaria espansiva e svaluti ancora lo yen.
Anche il franco svizzero si è rafforzato, cosa che ovviamente non piace alla Swiss National Bank che si è subito dichiarata pronta ad intervenire per stabilizzare la situazione, data l'attrattiva che il franco ricopre nei momenti di maggiore incertezza ma soprattutto perchè un rafforzamento eccessivo della sua valuta nei confronti di quella europea è una difficoltà per l'economia elvetica. Il cambio EUR/CHF è sceso dopo il referendum sulla Brexit da quota 1.10 fino ai minimi di 1.06, per poi risalire al di sopra di 1.07.