29 gennaio 2016

Giappone, la Banca Centrale Introduce i Tassi Negativi come la BCE

Anche la banca centrale del Giappone introduce i tassi di interesse negativi, per la precisione la Bank of Japan ha annunciato oggi 29 gennaio 2016 che vengono introdotti per la prima volta nella sua storia tassi di interesse negativi  per i depositi in eccesso delle istituzioni finanziarie presso la banca centrale stessa (si passa da +0.10% a -0.10%). Il governatore Kuroda ha affermato che ci saranno altri tagli se la situazione lo richiedesse, ovvero se l'inflazione non arriverà al 2% voluto entro ottobre 2017, termine già procrastinato di sei mesi con stime per il 2016 ridotte da 1.4% a 0.8%. Dunque anche la BoJ varca la soglia dei tassi sottozero per i depositi delle banche nelle sue casse, come la BCE col Quantitative Easing, confermando che le principali potenze economiche mondiali sono allineate su politiche espansive per vari motivi che cerchiamo di spiegare più sotto. [Aggiornamento 16 febbraio: la Banca del Giappone avvia ufficialmente questa nuova politica dei tassi negativi, le Borse virano in positivo].

Tassi di interesse negativi in Giappone, effetti sui mercati e motivazioni

Tra le maggiori banche centrali solo la Fed USA sta alzando i tassi di interesse, anche se va detto che non si può parlare di una vera politica restrittiva in quanto saranno per tutto il 2016 rialzi moderati: sanno bene che la situazione economico-finanziaria mondiale presenta troppi rischi e incertezze da valutare con estrema attenzione.

la banca del giappone introduce i tassi d'interesse negativiFatto sta che appunto anche il Giappone introduce i tassi di interesse negativi, confermando che la tendenza delle principali potenze economiche è per svalutazioni delle proprie monete: l'inflazione è a zero o quasi a causa del crollo del prezzo di petrolio e materie prime, ma anche per le incertezze sulla crescita mondiale che stanno riducendo le esportazioni  e infatti è la domanda interna a sostenerla per la più parte. Il quadro generale è ricco di incognite (cfr il report Investimenti 2016: i Rischi da Considerare), la crescita va sostenuta e l'inflazione non riparte: ecco perchè le banche centrali sono in pratica allineate sulle stesse politiche economiche e si rincorrono sul terreno della svalutazione.

Gli investitori avrebbero preferito che la banca centrale giapponese aumentasse gli acquisti di bond e titoli vari come sta facendo la BCE col QE e come fece la Fed Usa col tapering, tuttavia i mercati hanno reagito abbastanza bene, con l'indice Nikkei che prende un +2.8% in apertura (aprono bene anche i listini europei, con il Ftse MIB che apre con +1.8%, bene i titoli bancari).

Nel mercato forex è ovvio il calo dello yen dopo che la BoJ ha introdotto i tassi negativi, ma anche l'euro apre in calo sul dollaro e scivola a 1.09. Invece il petrolio recupera: il Brent prende 36 cent e sale verso 34.35 $ al barile, il WTI 35 cent e sale verso 33.55 (da considerare però che stanno girando voci di un accordo Opec-Russia per ridurre la produzione)

Rendimenti dei Titoli di Stato al 29 gennaio:
  • in calo tutti i giapponesi
  • Bund decennale tedesco in calo a 0.35%, minimo da 9 mesi - Schatz a due anni a -0.47%, minimo storico
  • giù anche i Titoli francesi e olandesi a -0.40% e -0.45%
Si confermano dunque le iniziali previsioni sui mercati obbligazionari per il 2016, anche perchè c'è il forte sentore che la Banca Centrale Europea abbasserà ancora i tassi sui depositi nelle prossime settimane (marzo presumibilmente): c'è stato infatti un rallentamento della massa monetaria M3 in dicembre e i dati sull'inflazione francese sono deludenti, a conferma di quelli continentali e mondiali.

In conclusione, possiamo dire che il quadro internazionale è abbastanza chiaro sia nelle linee economico-finanziarie generali che nelle politiche monetarie delle banche centrali, solo che le possibili evoluzioni restano più che mai incerte.