Tassi di interesse negativi in Giappone, effetti sui mercati e motivazioni
Tra le maggiori banche centrali solo la Fed USA sta alzando i tassi di interesse, anche se va detto che non si può parlare di una vera politica restrittiva in quanto saranno per tutto il 2016 rialzi moderati: sanno bene che la situazione economico-finanziaria mondiale presenta troppi rischi e incertezze da valutare con estrema attenzione.Fatto sta che appunto anche il Giappone introduce i tassi di interesse negativi, confermando che la tendenza delle principali potenze economiche è per svalutazioni delle proprie monete: l'inflazione è a zero o quasi a causa del crollo del prezzo di petrolio e materie prime, ma anche per le incertezze sulla crescita mondiale che stanno riducendo le esportazioni e infatti è la domanda interna a sostenerla per la più parte. Il quadro generale è ricco di incognite (cfr il report Investimenti 2016: i Rischi da Considerare), la crescita va sostenuta e l'inflazione non riparte: ecco perchè le banche centrali sono in pratica allineate sulle stesse politiche economiche e si rincorrono sul terreno della svalutazione.
Gli investitori avrebbero preferito che la banca centrale giapponese aumentasse gli acquisti di bond e titoli vari come sta facendo la BCE col QE e come fece la Fed Usa col tapering, tuttavia i mercati hanno reagito abbastanza bene, con l'indice Nikkei che prende un +2.8% in apertura (aprono bene anche i listini europei, con il Ftse MIB che apre con +1.8%, bene i titoli bancari).
Nel mercato forex è ovvio il calo dello yen dopo che la BoJ ha introdotto i tassi negativi, ma anche l'euro apre in calo sul dollaro e scivola a 1.09. Invece il petrolio recupera: il Brent prende 36 cent e sale verso 34.35 $ al barile, il WTI 35 cent e sale verso 33.55 (da considerare però che stanno girando voci di un accordo Opec-Russia per ridurre la produzione)
Rendimenti dei Titoli di Stato al 29 gennaio:
- in calo tutti i giapponesi
- Bund decennale tedesco in calo a 0.35%, minimo da 9 mesi - Schatz a due anni a -0.47%, minimo storico
- giù anche i Titoli francesi e olandesi a -0.40% e -0.45%
Si confermano dunque le iniziali previsioni sui mercati obbligazionari per il 2016, anche perchè c'è il forte sentore che la Banca Centrale Europea abbasserà ancora i tassi sui depositi nelle prossime settimane (marzo presumibilmente): c'è stato infatti un rallentamento della massa monetaria M3 in dicembre e i dati sull'inflazione francese sono deludenti, a conferma di quelli continentali e mondiali.
In conclusione, possiamo dire che il quadro internazionale è abbastanza chiaro sia nelle linee economico-finanziarie generali che nelle politiche monetarie delle banche centrali, solo che le possibili evoluzioni restano più che mai incerte.