Le decisioni della Federal Reserve sui tassi Usa, previsioni e prospettive, ultimi dati economici - aggiornamento 4 marzo 2020
Il taglio dei tassi Usa è stato un "più rapido e più forte di quanto previsto" hanno commentato gli analisti di Citigroup, i quali prevedono che anche altre banche centrali abbasseranno il costo del denaro e i vari tassi a causa dei concreti rischi alla crescita che l'emergenza coronavirus sta creando.
Le più aggiornate previsioni sulle decisioni della Federal Reserve Bank dunque sono cambiate, perché se fino a poche settimane fa si riteneva che l'allentamento monetario del 2019 sarebbe stato messo in pausa in quanto i fondamentali economici statunitensi erano positivi seppur con ;con alcune criticità e con l'inflazione sempre bassa, ora l'emergenza sanitaria costringe a nuove e non previste mosse di politica economica.
Dunque in pochi mesi quattro tagli dei tassi di interesse Usa dal 2008, arrivati dopo che la Federal Reserve aveva già informato che, a causa delle incertezze economiche globali e della riduzione dell'inflazione negli Usa (la cui economia viene però definita "più che solida"), si stava rendendo necessaria un'inversione di tendenza. L'emergenza attuale non potrà far altro che accentuare questa situazione.
Il cambio eurodollaro, che nel mese di febbraio è sceso da quota 1,11 a quota 1,08 proprio per un sensibile rafforzamento del dollaro, come sempre in momenti di difficoltà globali, sul finire del mese ha subito un'inversione di tendenza iniziando un trend al rialzo, probabilmente anticipando il taglio dei tassi della Fed, che difatti appena annunciato non ha prodotto effetti di rilievo. Tra il 3 e il 4 marzo il cambio EUR/USD è a 1,11/1,12 e si prevede molta incertezza nel medio periodo.
Da ricordare e tenere bene a mente che la Federal Reserve, in concomitanza del taglio degli interessi del 31 luglio, aveva interrotto due mesi prima del previsto il quantitative tightening in atto (riduzione degli asset acquistati), riprendendo l'acquisto e dunque riavviando un quantitative easing che non era del tutto previsto dagli analisti: verranno acquistati almeno 20 miliardi al mese in titoli in scadenza, presumibilmente su tutte le scadenze. Esattamente come la BCE col nuovo QE che ha iniziato a novembre, anche se Powell, durante la conferenza stampa successiva al board del 30 ottobre, ha specificato che gli acquisti di titoli hanno una funzione tecnica, per garantire il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria.
Le previsioni macroeconomiche e la "diagnosi" sull'economia statunitense restano sostanzialmente invariate da parte della Federal Reserve: i pericoli globali sono gli stessi e l'emergenza coronavirus mette molta incertezza, anzi si dà per scontato che la crescita economica globale verrà fortemente compromessa.
Previsioni tassi di interesse americani - Alla luce di quanto affermato da Powell e dei quattro ravvicinati tagli dei tassi Usa, si prevede ora per la fine del 2020 che i tassi Usa scenderanno ancora, con le precedenti previsioni riviste radicalmente: il livello di 2,25% precedentemente indicato appare ora impossibile . Anche il tasso di equilibrio di lungo periodo è stato rivisto verso il basso, dal 2,75-3% al 2,00% (2,50% prima di questi repentini cambiamenti). Ma questo dipenderà molto dall'andamento dell'inflazione nel periodo successivo all'emergenza sanitaria.
Situazione economica americana, l'analisi della Fed - In generale non ci sono elementi così forti da giustificare a pieno questo cambio di rotta nella politica monetaria della Federal Reserve, se non appunto la situazione legata al coronavirus che potrebbe davvero sconvolgere anche l'economia americana. Nel board non c'era unanimità sui precedenti tagli dei tassi, questo perché "molti dei fattori sono troppo recenti e occorrerà valutarli meglio", come ha spiegato il governatore Powell in precedenza. Ma il taglio del 3 marzo 2020 è stato varato all'unanimità dal board della Fed e nella conferenza stampa di rito seguente alla riunione è stato dichiarato che "La Fed monitora attentamente gli sviluppi e le loro implicazioni per l'outlook economico e userà suoi strumenti e agirà in modo appropriato a sostegno dell'economia".
L'economia statunitense, dopo un lustro di grande crescita, sta mostrando tipiche difficoltà da fine ciclo, probabilmente aggravate dalle scelte di politica economica di Trump, in particolare l'imposizione di forti dazi su molte merci importate dagli Usa dalla Cina. Per la Federal Reserve pur restando buoni i fondamentali, in particolare sull'occupazione, le incertezze politico-economiche internazionali sono un elemento problematico; mentre nello specifico della situazione statunitense gli "investimenti fissi sono stati deboli" e le "aspettative di inflazione di mercato sono calate". Fattori questi che già nel primo semestre 2019 hanno bloccato ogni previsto aumento dei tassi, per poi portare a una esplicita dichiarazione di inversione di tendenza.