Come si compila un assegno bancario o postale senza errori: regole per la compilazione, dubbi e chiarimenti su assegni post datati o protestati.
Come si compila un assegno: importo e firma
Assolutamente necessario sapere che l'importo dell'assegno va scritto due volte, una in cifre ed una in lettere. Qualora i due importi non coincidano la banca accrediterà la somma indicata in lettere, che prevale sempre su quella in numeri. La Banca d'Italia consiglia di utilizzare il carattere "cancelletto", ovvero il simbolo #, mettendolo subito dopo l'importo sia in cifre che in lettere, per fare in modo che nessuno possa modificarlo.L'importo indicato deve comprendere i decimali e la parte scritta in lettere deve essere seguita dalla barra finale, più le due cifre decimali numeriche. Ad esempio: #2400,00# #duemilaquattrocento/00#
Per completare la compilazione di un assegno non può mancare la firma di chi lo emette, firma che deve essere uguale a quella depositata presso la banca.
Alcuni assegni possono riportare la dicitura "assegno intestato a me stesso" o "assegno intestato a me medesimo", che si possono utilizzare solo per prelevare denaro contante presso la propria banca: questa formula si può utilizzare qualora si sia titolari di conti correnti in banche diverse.
Assegno non trasferibile
Nel retro dell'assegno c'è la clausola di non trasferibilità: firmandola si evita che l'assegno possa essere accreditato ad un altro soggetto.Se si emette un assegno al portatore è obbligatorio inserire sempre la clausola di non trasferibilità se la somma è pari o superiore a 1000 euro, difatti anche gli assegni rientrano nella legge antiriciclaggio che impone il suddetto limite ai trasferimenti tra soggetti diversi.
Assegno post datato: divieti e rischi
La data dell'assegno rappresenta il momento dal quale è possibile incassare la somma, quindi bisogna compilare il relativo campo con data, giorno e anno corrente.Se la data è posteriore a quella del giorno in cui l'assegno viene consegnato, allora si parla di assegno post datato: già da parecchio gli assegni post datati sono vietati, perché ci sono altri metodi di pagamento che consentono di versare il dovuto in data prefissata.
Chi emette assegni post datati vorrebbe pagare il dovuto a partire dalla data riportata sull'assegno, ma oltre ad essere proibito per legge, dovrebbe dare un primo segnale sulla scarsa liquidità del soggetto debitore. Inoltre è anche proibito emettere un assegno se non si ha la liquidità necessaria sul conto corrente per coprire la somma indicata. Consigliamo di non fidarsi mai di chi emette questa tipologia di assegni.
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Cosa fare in caso di assegno protestato (assegno scoperto)
Qualora il soggetto che ha emesso l'assegno non abbia la somma indicata sul conto corrente, si parla di assegno protestato: in questo caso la banca rilascia una dichiarazione nella quale certifica che l'assegno non è stato pagato e che il soggetto emittente verrà inserito nell'elenco dei protestati, ovvero iscritto alla Centrale di Allarme Interbancaria (CAI).Chi ha emesso un assegno scoperto deve pagare entro 60 giorni con in più gli interessi legali, una penale pari al 10% della somma riportata sull'assegno e le spese di protesto.
Se il debitore non rientra entro tale lasso di tempo verrà iscritto al CAI finché non rimborserà le somme dovute, in pratica non potrà emettere assegni per 6 mesi e stipulare nuove convenzioni di assegno sia in banca sia in Posta.