Previsioni sui tassi d'interesse BCE, prospettive e ultimi dati economici, effetti su mutui, prestiti, conti deposito, investimenti - aggiornamento 27 ottobre 2019
Questo perché l'inflazione è a un livello ancora troppo distante dall'obiettivo del 2% e la crescita economica dell'UE incerta: "Gli ultimi dati confermano il giudizio su debolezza della dinamica della crescita dell'Eurozona e le basse pressioni sull'inflazione" ha detto Draghi, il quale poi ha aggiunto che "restano rischi al ribasso legati alla incertezze commerciali e geopolitiche a livello globale L'inflazione dall'1% di agosto è scesa a settembre allo 0,8% per via del calo dei prezzi alimentari e energetici. Previsto inoltre un nuovo debole calo prima di una leggera ripresa a fine anno". Tra i motivi ovviamente la possibilità del no deal per la Brexit, le politiche protezionistiche in atto tra Usa e Cina e ai rischi geopolitici internazionali (ricordiamo che Draghi il 12 settembre disse testualmente "crediamo ancora che le probabilità di una recessione sono basse, ma sono salite").
Le decisioni della Banca Centrale Europea prese durante i board del 12 settembre e del 24 ottobre sono molto importanti in quanto hanno confermato i timori sull'andamento macroeconomico generale e fatto capire che la BCE non starà a guardare: i tassi di crescita dell'economia europea sono stati rivisti al ribasso, all'1,1% per il 2019 e all'1,2% per il 2020 (in precedenza erano all'1,6%), mentre le stime dell'inflazione passano dall'1,2% all'1% per il 2019.
Dunque la BCE, oltre a mantenere il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale a 0,25%, nel mese di settembre ha abbassato il tasso di interesse sui depositi al -0,50%, ribadendo che i tassi di interesse rimarranno a livelli così bassi per tutto il tempo necessario. Al contempo ha avviato il nuovo piano Tltro 3 (con durata che passa da due a tre anni) per sostenere i prestiti bancari a imprese e famiglie, e soprattutto ha annunciato che ha novembre inizierà un secondo QE con una grossa novità: a differenza del primo, stavolta non è stata data una scadenza temporale, il piano di acquisto di bond da 20 miliardi al mese "continuerà tutto il tempo necessario per rafforzare l'impatto accomodante dei tassi".
Stessa identica strategia che sta perseguendo la Federal Reserve che, oltre ai tre tagli dei tassi di interesse di luglio, settembre e ottobre, ha immesso 200 miliardi di dollari nel sistema finanziario statunitense e ha avviato un programma di acquisto titoli da 20 miliardi al mese. Nel report Tassi Usa e previsioni decisioni Fed tutti i dettagli e le stime aggiornate.
Draghi dunque lascerà a Christine Lagarde l'impegno di decidere quando concludere questo importante sostegno finanziario all'economia continentale. Tutto ciò avrà ovviamente effetti sugli interessi di mutui, prestiti, conti deposito e investimenti.
Leggi anche - Previsioni euro-dollaro aggiornateEffetti su mutui, finanziamenti e conti deposito di QE, Tltro e tassi BCE al minimo - Forse più che negli passati, l'attivazione di due importanti piani come il Quantitative Easing e il Tltro 3, con costo del denaro e tassi di interesse a zero avrà effetti sui tassi di interesse di mutui e finanziamenti, contribuendo a tenere a livelli minimi l'indice Euribor dei mutui variabili e in parte anche l'indice Eurirs dei mutui fissi; lo stesso dicasi per altri prestiti e finanziamenti: lo scopo del Tltro è appunto quello di fornire le banche di maggiore liquidità a basso costo da immettere nel circuito del credito.
Ci sono anche effetti sugli investimenti, in particolare sui rendimenti dei conti deposito e sui prodotti che hanno cedole indicizzate ai tassi BCE o all'inflazione. Per i conti deposito e gli investimenti indicizzati ai tassi BCE l'effetto è tendenzialmente di un contenimento dei rendimenti: per i conti deposito in maniera indiretta perchè con questo tipo di politica economica la BCE fornisce maggiore liquidità alle banche, che hanno meno bisogno di cercarla sul mercato retail.
Per gli investimenti indicizzati all'inflazione (come alcuni tipi di buoni fruttiferi postali) invece ci si attende un aumento dei rendimenti in quanto tra gli obiettivi perseguiti dalla Banca Centrale Europea c'è appunto la crescita dell'inflazione.