Investire in un fondo pensione per la previdenza complementare è più conveniente che accantonare il tfr.
Leggi anche la guida Investire per la Pensione: Previdenza Complementare, Versare Contributi, Riscatto LaureaFondo pensione integrativa o rivalutazione Tfr? - La pensione integrativa è, secondo molti, una necessità per i lavoratori perchè come spesso ripetuto e confermato da più parti la sola pensione INPS non sarà sufficiente ad un tenore di vita adeguato da anziani, quando non si lavorerà più. I risparmi non sono infiniti e quindi conviene valutare di investirne una parte mentre ancora si lavora in un fondo pensione, magari proprio il Tfr invece di accumularlo per la liquidazione: tranne che nel 2007, 2008 e 2009 negli ultimi 10 anni i rendimenti dei fondi pensione sono stati migliori della rivalutazione del Tfr.
Un po' di numeri sui risultati dei fondi pensione:
- il rendimento medio dei fondi negoziali nel primo semestre 2017 è stato dello 0.9%, mentre il tasso di rivalutazione del Tfr dell'1.1%: il risultato è stato influenzato dall'andamento negativo del mercato obbligazionario
- dal 2008 a giugno 2017 il rendimento medio dei fondi pensione negoziali registra un +36.5%, mentre la rivalutazione del Tfr solo +22.5%
- dal 2012 al 2016, dunque escludendo il primo semestre 2017 di cui sopra, il rendimento medio dei fondi pensione negoziali registra un +29.1%, mentre la rivalutazione del Tfr solo +8.9%
- più nel dettaglio, nel periodo 2012-16 il comparto garantito ha avuto un rendimento del 19.3%, il comparto obbligazionario puro del 6.2%, il comparto obbligazionario misto del 30%, il bilanciato del 34.5%, l'azionario del 51%
Certo bisogna sempre considerare che tasse si pagano sui fondi pensione e come saprete il governo Renzi ha aumentato l'aliquota dall'11.50% al 20% con la Legge di Stabilità 2015 (retroattivamente tra l'altro), ma come detto ad inizio articolo ci sono comunque deduzioni fiscali fino ad oltre 5000€ per i versamenti relativi alla previdenza complementare.
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Da segnalare inoltre che sono intervenute modifiche normative che hanno ampliato il raggio d'azione per gli investimenti dei fondi pensione: il decreto 166 consente ora di puntare anche ai Titoli di Stato dei Paesi Emergenti, cosa che potrebbe togliere spazio nei portafogli ai fondi hedge e equity per migliori rendimenti.
Chi investe per la pensione integrativa deve comunque tenere sempre a mente che l'orizzonte temporale da considerare è per forza di cose di medio-lungo periodo; ad esempio considerando il periodo 2000-2014, ci sono stati fondi pensione con rendimenti tra il 64% ed il 70% (Cometa, Fonchim, Fondenergia) a fronte di una rivalutazione del Tfr pari al 48%.
Infine va aggiunto che scegliendo un fondo pensione aziendale, di categoria o aperto su base collettiva, c'è anche la possibilità di richiedere il contributo aziendale per versamenti in più che non costano nulla al lavoratore.
Insomma, questi numeri e considerazioni sulla convenienza e redditività dei fondi per la pensione integrativa fanno davvero dire che conviene non chiedere il Tfr in busta paga (che come abbiamo detto rischia di far pagare più tasse, avere meno detrazioni fiscali e meno aiuti sociali, riduce la pensione integrativa a chi è iscritto ad un fondo pensione) ma di destinarlo appunto alla previdenza complementare.
Ma come sempre in questi casi dobbiamo dirvi di valutare attentamente la vostra situazione individuale, eventualmente affidandovi a professionisti, sindacati, commercialisti.