21 gennaio 2016

Investire nel 2016: Meglio Azioni o Obbligazioni e Titoli di Stato?

Nel 2016 meglio gli investimenti in azioni in Borsa o in bond (Titoli di Stato, obbligazioni corporate e high yield)? Una domanda che ogni anno si pongono milioni di risparmiatori in cerca di consigli per investire senza rischi o in cerca dei migliori profitti, la cui risposta si può solo basare sulle previsioni degli analisti e una attenta lettura di mercati finanziari e situazione economico-politica generale. Per investire nel 2016 vanno considerati elementi quali le politiche monetarie delle varie banche centrali - su tutte il QE della BCE e il rialzo dei tassi da parte della Fed USA - che avranno influenza sull'andamento dell'euro-dollaro, su obbligazioni e Titoli di Stato, sui mercati borsistici; ma non solo: l'andamento del prezzo del petrolio e delle materie prime, la crescita economica di Usa, UE, Cina, Paesi Emergenti, le tensioni geopolitiche... Nell'articolo Investimenti 2016, i rischi da considerare abbiamo presentato un quadro generale della situazione, proponiamo ora le previsioni e i consigli d'investimento redatti dagli analisti di Candriam Investors Group, società europea leader nella gestione di asset multi-specialistica attiva da 20 anni.
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Bond o azioni per investire nel 2016? Le previsioni e i consigli d'investimento di Candriam

Per il 2016 gli analisti di Candriam ritengono che l'economia mondiale crescerà costantemente, senza eccessi ma comunque in terreno positivo: nonostante il rallentamento dell'economia cinese - che comunque non è uno stop, seppur comporta alcune criticità ad esempio nel settore delle materie prime - sono stati evitati bruschi scossoni e anche le difficoltà della Borsa di Shangai e la svalutazione dello yuan sono state ben assorbite.

Questi i cinque punti-chiave da tenere sott'occhio per chi vuole investire nel 2016:
  1. politiche monetarie divergenti: se la Fed USA alzerà i tassi d'interesse, tutte le altre principali banche centrali proseguiranno con politiche espansive (tranne forse quella britannica, mentre ad esempio la BCE ha potenziato il Quantitative Easing a ottobre e dicembre 2015 poi ancora il 10 marzo 2016, la Bank of Japan perseguirà con l'Abenomics --> il 29 gennaio ha infatti portato i tassi di interesse sottozero) [aggiornamento 10 marzo: va comunque detto che la Fed Usa sarà ancora più prudente di quanto ipotizzato in precedenza, probabilmente i rialzi saranno ancora più modesti e più in là nel tempo]
  2. crescita economica diffusa in tutta l'Area Euro
  3. la domanda interna rimarrà il principale fattore di crescita per le principali economie mondiali
  4. prezzi di petrolio e materie prime in stabilizzazione e presumibilmente in rialzo (soprattutto il greggio, ora ai super-minimi)
  5. rischio di illiquidità, soprattutto nel mercato obbligazionario (cfr l'articolo Investimenti 2016 in Obbligazioni, le Previsioni degli Analisti per confrontare il punto di vista di Candrian con quelli di altri esperti: in parte sono simili ma ci sono delle differenze, per una informazione completa vi consigliamo di paragonarle e trarne vostre conclusioni)
meglio azioni o obbligazioni per investimenti nel 2016Prospettando uno scenario "costruttivo" a livello globale, gli analisti di Candrian affermano che siano meglio le azioni per gli investimenti nel 2016 rispetto a Titoli di Stato e obbligazioni varie: i mercati borsistici europei e giapponese dovrebbero essere quelli maggiormente favoriti, a seguire quello cinese e quello statunitense. Ovviamente però c'è spazio per investire in bond, in particolare con duration breve (questo come dicono anche altri analisti: per il 2016, se investite in obbligazioni puntate sulle scadenze brevi-medie): non molti Titoli di Stato per la verità, per chi è un po' più propenso al rischio ci sono buone opportunità d'investimento con le obbligazioni high yield e dei Paesi Emergenti:
Unitamente a livelli di scorte record e a ulteriori tagli alla produzione volontari, l’aumento dei tassi di crescita globali dovrebbe contribuire alla stabilizzazione delle materie prime nel 2016. La nostra allocazione obbligazionaria predilige un posizionamento con duration breve e si diversifica dai titoli di Stato allo scopo di cogliere le opportunità derivanti dal rialzo dei rendimenti, compresi i segmenti high yield e i mercati emergenti. Inoltre, prevediamo un restringimento dello spread di rendimento oltreoceano nel 2016, una volta raggiunto il culmine del decoupling monetario. Tra gli investimenti alternativi, le nostre preferenze vanno ai managed futures, poiché forniscono una performance decorrelata e detengono sottostanti liquidi.
Importante sottolineare come il rialzo dei tassi d'interesse USA crea una discontinuità nelle politiche monetarie a livello globale, riportando dispersione sui mercati finanziari e aprendo a più possibilità di investire in Borsa grazie alle variazioni di ciclo tra le diverse regioni mondiali:
La divergenza delle politiche monetarie sta riportando dispersione In primo luogo prevediamo che la divergenza delle politiche monetarie riporterà dispersione sui mercati finanziari nel 2016. Ciò si tradurrà in opportunità di investimento dato che la posizione del ciclo varia notevolmente da una regione all’altra. Prediligiamo le azioni rispetto alle obbligazioni con una preferenza per le regioni che si trovano all’inizio/metà del ciclo, come l’Eurozona e il Giappone. Il 2015 ha aperto la strada a un picco di divergenza delle politiche monetarie nel 2016. Sebbene nel terzo trimestre 2015 la Federal Reserve abbia rimandato il suo primo incremento dei tassi per sviluppi esteri, l’economia statunitense sembra abbastanza solida da sopportare incrementi graduali dei tassi. Di sicuro, dopo la mossa iniziale del 16 dicembre, il ritmo e l'entità degli incrementi dovrebbero essere lenti e ridotti. Prevediamo che il tasso sui Fed Fund raggiungerà quota 1.25% per la fine del 2016, mentre sia la BCE sia la BoJ come anche la Banca Centrale Cinese resteranno aperte ad un ulteriore allentamento.
Da notare che gli analisti di Candrian ritengono che tra le principali banche centrali mondiali non sia in corso una vera "guerra valutaria" ma anzi credono in una maggior integrazione delle politiche (anche se la Federal Reserve aumenterà i tassi, lo farà poco e gradualmente), dunque non fanno previsioni sull'andamento del cambio euro-dollaro, non credono in un ulteriore rafforzamento del biglietto verde e non si aspettano una escalation della guerra dei cambi: questo vuol dire, oltre ad una consistente lateralità nel forex, che per il mercato obbligazionario non dovrebbero esserci particolari scossoni.