30 ottobre 2019

Previsioni Euro Dollaro Aggiornate per il 2020

Le previsioni sul cambio euro-dollaro per il 2020: le stime degli analisti e i market movers da tenere sotto'occhio.
Le previsioni euro dollaro elaborate dagli analisti all'inizio del 2019 hanno trovato conferma nella debolezza della valuta europea, col cambio EUR/USD che per i primi tre trimestri ha vissuto un fiacco ma costante trend al ribasso che l'ha portato dall'1,15 di gennaio all'1,088 del 1 ottobre, livello raggiunto dopo che la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse Usa (e annunciato un nuovo QE, proprio come la BCE) due volte tra il 31 luglio e il 18 settembre; va detto che nel mese di ottobre c'è stato un trend al rialzo che ha portato il cross eurodollaro a 1,12 dopo il terzo taglio dei tassi Usa del 30 ottobre. Comunque, chi a inizio anno prevedeva per fine 2019/inizio 2020 un recupero dell'euro ha decisamente rivisto al ribasso i livelli (da 1,25/1,30 a 1,15/1,20), mentre sono aumentati gli analisti che invece ritengono che il dollaro resterà forte: i tagli dei tassi Usa non indeboliranno più di quel tanto il biglietto verde rispetto alla moneta europea perché la politica monetaria della Banca Centrale Europea e della Fed sono praticamente le stesse (svalutare e immettere liquidità) per gli stessi motivi macroeconomici, motivi che avendo come base le incertezze internazionali rafforzano il ruolo del dollaro come "bene rifugio".

Andamento euro dollaro: il quadro generale - Come primo elemento va ovviamente considerato che, anche se la Banca Centrale Europea ha concluso il QE (l'acquisto di titoli) nel 2018, ha da subito annunciato che non uscirà certo dal mercato delle obbligazioni proprio per sostenere la stabilità finanziaria europea, oltre a mantenere i tassi di interesse al minimo ancora a lungo. Come previsto, a a metà 2019 è stato annunciato l'avvio di un nuovo piano TLTRO, poi a settembre la BCE ha annunciato un nuovo Quantitative Easing con avvio a novembre.

Questo perché stanno aumentando le incertezze politiche ed economiche globali: anche se la crescita economica europea è concreta e quasi pari a quella statunitense, l'inflazione in entrambi i versanti dell'Atlantico ha subito ancora un rallentamento, allontanando il target del 2% voluto dalle due banche centrali. Sia la Fed che la BCE hanno rivisto al ribasso le stime sulla crescita economica (mondiale ma anche specificatamente europea) e dell'inflazione.


Con la stessa importanza va considerato che le decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse Usa nell'ultimo triennio sono state improntate verso un graduale e prudente ritorno ad una politica monetaria non espansiva: dire "restrittiva" sarebbe errato perchè i rialzi degli ultimi due anni sono stati di pochi decimi di punto e così saranno anche i prossimi. La presidenza Powell, a differenza della precedente gestione Yellen, dovendo fronteggiare un quadro economico-politico più difficile caratterizzato da una crescita economica mondiale e americana meno pronunciata, coi mercati in fase di grande volatilità e con maggiori incertezze, ha già annunciato esplicitamente che la Fed sarà estremamente prudente: le decisioni della Fed per il 2019 sono state rese note il 20 marzo dopo la riunione del Fomc e confermate coi tre tagli dei tassi Usa del 31 luglio, del 18 settembre e del 30 ottobre, tutti di 25 punti-base.

Da considerare anche la questione dei dazi imposti dal presidente Trump e la conseguente "guerra commerciale" che vede coinvolte Usa, Cina e sempre più anche l'Europa: la bilancia commerciale dei paesi coinvolti ne sarà sicuramente influenzata, come anche dalla Brexit.
previsioni cambio euro dollaro
Cambio euro dollaro previsioni 2020 - Per il 2019 ha trovato conferma la previsione su un andamento dell'euro-dollaro improntato prevalentemente alla stabilità - per chi fa trading forex il termine è "lateralità" - con una tendenza al ribasso.

Diversi analisti ritengono che potrebbero iniziare a vedersi i primi segnali del trend al rialzo, ritenendo che il reale valore del cross EUR/USD sia sottovalutato (ma questa sottovalutazione, alla luce dei fatti e dei dati macro più aggiornati, è sicuramente inferiore a quanto ritenuto nella seconda metà del 2018). Nel medio-lungo periodo, con prospettiva finale primo quadrimestre 2020, l'obiettivo di 1,25/1,30 indicato mesi fa appare forse troppo ottimistico, le previsioni EUR/USD indicano ora un range tra 1,15 e 1,20.

Tuttavia stanno aumentando le previsioni sull'eurodollaro più orientate al mantenimento della forza del biglietto verde: le difficoltà e le incertezze internazionali in genere spingono verso questa direzione, inoltre va considerato che i tassi europei sono e resteranno ben più bassi di quelli americani (anche in caso di ulteriori riduzioni da parte della Fed) e che la BCE procede con un nuovo QE da novembre 2019.

In sintesi, ecco alcuni market movers a tenere in considerazione per previsioni euro dollaro il più fondate possibili:
  • Tassi di interesse Usa e decisioni Federal Reserve
  • Politica monetaria BCE col nuovo piano TLTRO e il nuovo QE (tenere sempre d'occhio il calendario delle riunioni delle due banche centrali, prestare attenzione ai verbali delle riunioni e a cosa viene detto nelle conferenze stampa di Draghi e Powell)
  • Andamento dell'inflazione nell'Area Euro e in Usa: gli aumenti del tasso di inflazione comportano un rafforzarsi della moneta di riferimento
  • Andamento delle due economie, quindi restare aggiornati sui dati macroeconomici: in genere i miglioramenti spingono gli investimenti e dunque rafforzano la moneta di riferimento
  • Andamento del PIL in particolare, che ha un effetto anche psicologico: se il PIL dell'Eurozona va oltre alle aspettative, effetto rialzista sul cambio (se a migliorare è il PIL USA, il cambio EUR/USD tende a scendere)
  • Bilancia commerciale di Usa e Ue: la differenza tra il valore dei beni esportati e dei beni importati, se questa differenza è in negativo si parla di deficit o disavanzo, se la differenza è positiva si parla di surplus; se il deficit diminuisce, la valuta riceve una spinta di crescita, se il deficit aumenta l’impatto è fortemente negativo e la valuta si deprezza (per l'Ue la Brexit probabilmente porterà a un peggioramento della bilancia commerciale)
  • Andamento della disoccupazione in particolare: quando la situazione migliora le banche centrali hanno in genere una politica conservativa, se negativi o sotto le aspettative soprattutto la Fed tende ad alzare i tassi (considerate che la disoccupazione negli Usa è ai minimi storici)